The Redshift Post - letteratura fantascienza umoristica: IL MISTERO DI REMO E DEL NAUFRAGIO DEL DEMETER

3.27.2013

IL MISTERO DI REMO E DEL NAUFRAGIO DEL DEMETER

Dopo aver parlato di Cassandro, direi che si può passare a Remo.

La storia di Remo è molto avventurosa, anche se di alcuni (molti) passaggi s'ignorano i particolari. Quindi mettetevi comodi.

Questa è la storia di quello che è conosciuto come...

IL KASPAR HAUSER MARZIANO

Prima di tutto bisogna dire che l'infanzia di Remo è avvolta nel mistero. Si dice, (o per lo meno questo è quel che racconta lui) che un giorno comparve di punto in bianco su Marte in una piazza di Nuova Norimberga un ragazzo di sedici anni capace solamente di dire il suo nome, ovvero Kaspar Hauser. Al che, un passante, gli disse che quel particolare nome, legato ad un caso come il suo era già stato usato e che quindi bisognava cambiarlo.
Quanti si erano riuniti nella piazza decisero quindi di chiamarlo Remo, in quanto uno dei passanti disse che suo nonno si chiamava così.
fantascienza vintage umoristica
Foto comparativa di Kaspar Hauser e Remo. Gli esperti sono concordi nel ritenere che la somiglianza sia indubbia.
Photomanipulation and Creativity: Stregattodesign
Quando chiesero a quel passante perché suo nonno si chiamasse così, lui rispose che non lo sapeva, ma che se poteva essere loro d'aiuto sapeva che Remo era uno dei due gemelli fondatori di Roma.
Quando gli chiesero cosa c'entrasse, lui rispose con molta tranquillità che, secondo la leggenda, i due gemelli Romolo e Remo, erano figli di una vestale violentata dal dio romano Marte e che, abbandonati da quest'ultima erano stati allattati da una lupa. Ora, di lupe in giro non se n'erano viste, ma di contro si trovavano su Marte e il primo che aveva visto il ragazzo era stato un tizio di nome Faust, commerciante in Maiali Vegetali Amuliani. Dal momento che il padre adottivo dei due fanciulli della leggenda si chiamava "Faustolo" e che veniva chiamato il "porcaro di Amulio", tutto combaciava. 
A quel punto, nessuno mosse più obiezioni, quindi il nostro Kaspar Hauser si tenne il nome di Remo.
 
Gli anni successivi furono duri in quanto Remo, non avendo nessuno che si prendesse cura di lui, o comunque nessuno a cui importasse della sua sorte al punto di adottarlo o offrirgli un lavoro o un tetto sopra la testa, si trovò di fronte alla delicata questione di doversela cavare da solo. Fortunatamente per lui però, all'epoca Marte era stato già terraformato abbastanza da avere un minimo di atmosfera respirabile, anche se rarefatta. Comunque sia, la situazione non era delle migliori. Dal momento che non aveva nessuna intenzione di mendicare (su Marte era stata appena approvata la legge che obbligava chiunque vedesse un mendicante di prenderlo a bastonate o a calci, pena una multa salatissima di 85.000 €), decise di recarsi al più vicino campo di lancio e trovare un impiego su di una nave esplorativa. Come marinaio infatti avrebbe avuto garantito vitto e alloggio, che era quello che gli serviva in ordine di priorità. A diventare ricco ci avrebbe pensato in seguito.

Se pensate che non sia diventato ricco perché si trova qui vi sbagliate. Un ricco può facilmente ritrovarsi di punto in bianco senza la sua ricchezza.

Ma andiamo per ordine. Remo non riuscì a farsi imbarcare su di una nave esplorativa, di contro, riuscì a farsi arruolare come boa di segnalazione (successivamente promosso a mezzomarinaio) su di un mercantile di vecchia generazione che incrociava nel sistema di Carpathia. E gli era pure andata bene perché il lavoro che gli avevano offerto inizialmente era quello di siluro, ma poi il mozzo che aveva il ruolo di boa aveva preso la scarlattina e avevano dovuto sostituirlo.

IL NAUFRAGIO DEL DEMETER

Gli anni che seguirono furono monotoni, ma comunque Remo riuscì ad accumulare una piccola fortuna alle scommesse sulle corse dei polli minerali di Prostat 5, fortuna che spese nell'acquisto di un mercantile tutto suo: il Demeter.

Fantascienza Astronave Demeter
L'astronave mercantile Demeter nel fiore degli anni.
 Immagine: Stregattodesign
La fama del Demeter era nota a tutti anche all'epoca, ma Remo a quanto pare non sapeva della jella che seguiva quell'arnese.
E non sono solo dicerie, pensate che mio zio che fa il vigile, per averle fatto una volta una multa per divieto di sosta su Barnard IV, dodici minuti dopo è stato fermato dalla polizia perché venne fuori che fosse sposato a ventotto mogli diverse sparse su altrettanti sistemi stellari che richiedevano gli alimenti, e che prendesse ottantacinque pensioni di invalidità tra le quali ve n'erano anche alcune incompatibili con l'anatomia e la biologia umana come ad esempio il disturbo cronico della chela del tennista, il morbo dell'antenna destra, la laringite botanica.
Comunque sia, Remo comprò il Demeter e, anche se può sembrare assurdo, ci diventò ricco.
Con il Demeter infatti, Remo trasportava carichi di concime da Varnar IV alla colonia di Saprofiti di Whitby e riusciva a farci talmente tanto grano che dovette prendere un Cassetto Dislocatore Chiapponide per tenerci il portafoglio (dato che non si fidava delle banche).

Tuttavia, un bel giorno, il Demeter imbarcò un clandestino...

Conte Orlok fantascienza
Max Schreck
Photosource: Film.it

No, non si tratta di questo. Questo è Max Schreck, il primo ufficiale. Remo lo ricorda ancora con affetto cantando coi rutti la sigla di "Capitan Orlok" in suo onore.

Beh, il clandestino era un piccolo acaro coprofago di Prostat 5. Schreck lo aveva preso in un vecchio negozio cinese di cianfrusaglie "TUTTO A 1 €" e lo teneva nascosto nel suo alloggio. Inizialmente si trattava di una piccola, coccolosa & batuffolosa sottospecie di bertuccia.
Ma si sa come va: gli dai una lavata, e si riproducono; gli dai da mangiare dopo la mezzanotte e diventano così famelici da sbranare tutto il letame e il concime che trovano.
Durante la traversata infatti, l'acaro coprofago sbranò tutto il carico e, non contento, assalì anche l'equipaggio quando - in un momento di concitazione per il carico che andava in fumo (o più precisamente in metano) - Remo urlò: "muovetevi sacchi di merda!"
Il resto è storia:
Remo si legò al timone del Demeter per non svenire a causa della puzza che trombettavano in giro gli acari e dopo due giorni riuscì a far atterrare - o sarebbe meglio dire schiantare - la Demeter su di un planetoide deserto.

Fu ritrovato per caso otto anni dopo da un turista Tapparellide smarrito.

Anni dopo, scoprì da una proctoscopia che durante il suo soggiorno sul planetoide qualcuno gli aveva tatuato sulle pareti dell'intestino il seguente messaggio:


Tatuaggio sulle pareti intestinali di Remo
Immagine nebula credit: Nasa
Ciò serve ad informare la persona nelle cui mani dovesse capitare questo Remo che Daniel Foss, nativo di Elkton, Maryland, Stati Uniti d'America, si imbarcò nel 1809 nel porto di Philadelpia, a bordo del brigantino "Negociator", diretto alle Isole degli Amici. Il febbraio dell'anno seguente fu gettato su quest'isola deserta, dove si costruì una capanna e sopravvisse un certo numero di anni nutrendosi di carne di foca, unico scampato dell'equipaggio del suddetto brigantino che il 25 novembre 1809 colò a picco dopo aver urtato un isolotto di ghiaccio.*
*Frase tratta da "Il vagabondo delle stelle" di Jack London